L’immaginario legato ai clown ha sempre stuzzicato la fantasia degli artisti dipingendo questi personaggi nei modi più disparati: da tristi e depressi fino ad arrivare ai classici pazzi pervertiti ed estremizzando il tutto con il celebre ragno/clown di Stephen King. L’immagine di copertina del quarto disco degli Windrow usa quindi questo tipo di suggestione per introdurre l’ascoltatore in un mondo fatto di power metal di stampo tipicamente tedesco (Helloween del periodo più cupo in testa).
In un genere che ha conosciuto momenti migliori, il quartetto romano si inserisce con l’intento di riproporre le sonorità distintive di questo tipo di musica senza effettivamente apportarvi novità di sorta. Il fatto di proporre quindi canzoni totalmente in linea con il power rende questa band soggetta ad un grande limite: coloro che proprio non digeriscono le cavalcate in doppia cassa e le voci acute, nonché le melodie talvolta zuccherose ed happy metal, si tengano alla larga da “Dangerous Game”. Chi, al contrario, gradisce tutti questi elementi potrà dire di aver trovato un altro gruppo da seguire fedelmente in quanto, dall’epoca della loro formazione, i Nostri non hanno mai “tradito” la causa.
Volendo citare la perizia dei singoli musicisti, va detto che il batterista Ugo Montana si fa un discreto mazzo per rinvigorire le composizioni e si dimostra all’altezza di quel genio che fu Ingo Schwitchenberg, mentre il lavoro di Carlo Fantoni al basso è messo un po’ in ombra dalla produzione. Altro discorso per la chitarra di Guglielmo Massimino, sempre in primo piano e fautrice di un lavoro formalmente più che buono, cosa che si può dire anche della voce Pino Chirico, la quale, eccezion fatta per qualche sporadica incertezza, si dimostra perfetta per il sound della band.
A conti fatti, quindi, questo quarto parto degli Windrow non porta con sé alcuna novità, ma si configura come un’uscita destinata esclusivamente ai fan del genere. Gli altri possono tranquillamente passare oltre.