Nella prima traccia sembrano gli At The Gates, nell’ultima i Soilwork… dovreste già capire quello che ci sarà in mezzo… e purtroppo non è una cosa positiva. Ciò non significa che questo genere ed i gruppi appena citati non mi piacciano, è “solo” che i Within Y si impegnano in una mera opera di copia di sonorità oramai (stra) abusate. Se siete stufi delle centinaia di band Thrash-Death provenienti dalla Svezia, tutte uguali tra loro, questi Within Y non faranno altro che rincarare la dose.
Che Slaughter Of The Soul abbia seriamente minato la scena Death europea è oramai è un dato di fatto e spesso non si può più fare un giudizio sull’innovazione della proposta (dove stà?) e sulle idee (parolone in questo caso). Tutt’al più si può premiare chi ripropone tali sonorità nel miglior modo possibile senza però dimenticare che gli At The Gates sono un gruppo assolutamente inimitabile per tutto lo strascico emotivo che le canzoni, perfette già in quanto a songwriting, si portano dietro.
I Within Y come molti altri gruppi, e a tratti più di altri, si limitano ad una scopiazzatura fredda e formale del gruppo di Lindberg (la cui voce è imitata in modo molto deludente); l’attaccamento di questo nuovo act al songwriting degli At The Gates, ma anche a quello degli In Flames e dei Soilwork a tratti è addirittura eccessivo: parti di riff sono presi senza fare complimenti da roba già composta, eppure non colpiscono neanche la metà degli originali… Che dire ancora di questi svedesi? Il disco comunque non è da buttare, se proprio non riuscite ad ascoltare altro che questo genere potreste pure spendere i vostri soldi per Extended Mental Dimensions, ma resta vero il fatto che ascoltare una sola canzone di Slaughter Of The Soul è ben più appagante di un intero disco così.
Magari un capolavoro se fosse uscito parecchi anni fa… se pensassero a scrivere canzoni con riff meno derivativi come accade dalla quinta “Injection” (che risalta prepotentemente dalla media) in poi i risultati sarebbero ben diversi.