Se con Telepathic With The Deceased di appena pochi mesi prima Xasthur era riuscito ad affiancare il suo compatriota Leviathan (americani entrambi) sulla linea del black metal depressivo di matrice burzumiana, ora con To Violate The Oblivious Xasthur riesce a superarsi e a creare un’opera davvero lacerante e personale.
La musica del nuovo album segue sempre le file del black metal sporco, impuro e terribilmente oscuro, ma le canzoni hanno una distorsione meno accentuata che nell’altro (seppur sempre visibile), sono leggermente più nitide e anche più varie. Se l’altro si appuntava sulla considerazione della miseria collettiva dell’umanità, questo si sofferma sulla disperazione e sul dramma del singolo, creando melodie estremamente personali e malinconiche. L’animo straziato di questo artista urla ferito in questi brani, tutti assolutamente legati fra di loro e mostra come all’interno di uno stesso stile ci si possa esprimere in molteplici modi, ognuno in grado di portare alla luce sensazioni sempre nuove e recondite. La trama tessuta ora da Xasthur è una fitta catena di sogni, allucinazioni spaventose e paure e togliere il velo che le maschera può portare a scoprire i propri fallimenti e le proprie ansie.
Attraverso un insieme di brani grezzi superficialmente, ma attentamente studiati per quanto riguarda la melodia, l’artista demiurgo crea delle sinfonie oscure che sembrano sgorgare da un magma informe e pericoloso, capace di annientare la solidità mentale di chiunque. Una caratteristica che colpisce in questo cofanetto di emozioni represse è la semplicità con cui tutto nasce. Talvolta questo aspetto viene equiparato a sciattezza o mancanza di idee, ma non è questo il caso. Sembra anzi che attraverso una sintesi di elementi Xasthur sia riuscito a rendere ancora più penetrante ogni nota della sua composizione. Tutta la struttura è generalmente più riconoscibile, meno nascosta che in Telepathic With The Deceased e anche le chitarre sono meno impastate che nei passati lavori. L’abilità nel rendere situazioni terrificanti sembra poi ancora più acuta e i brani sono tutti pervasi da un incedere claustrofobico e seguono tempi medi che animano anche le tracce più lunghe e mai monotone.
Xasthur ha trasposto in queste note l’angoscia nell’affrontare le zone d’ombra della propria psiche creando un album agghiacciante e pieno di fascino. A voi la scelta, affrontare le proprie fobie o scappare.