“Five Shots From Underground”: Cinque domande Cinque al Top Demo di Heavy-Metal.it !
Salve ragazzi, raccontateci la vostra storia e presentate il gruppo.
La band è in vita da circa 11 anni, i membri storici siamo noi due Andre e Giò, Batteria e voce. L’attuale formazione è composta da tre elementi, aggiungendo il nostro AndreaV alle chitarre, che fa parte della band ormai da quasi 4 anni. Abbiamo origini musicali diverse ma ci accomuna la grande passione per ciò che facciamo, le linee guida sono la grande amicizia che ci lega e la spensieratezza con cui costruiamo e proponiamo musica.
Su cosa basate principalmente i vostri pezzi e quali sono i vostri punti di riferimento ?
Giorgio Ferrini: Quando componiamo un brano sono molti i fattori che devono coesistere. Il testo è molto importante, questo dovuto anche al fatto che cantiamo in italiano e quindi il pubblico è molto più attento al
significato delle parole, al messaggio che quest’ultimo può e vuole dare.
Stessa cosa per la musica, la parte elettronica molto presente è sempre curata nei minimi particolari, dato che si deve sposare con i nostri strumenti, con la struttura e con la melodia. Inoltre gli arrangiamenti sono importantissimi per la riuscita di un ottimo brano. Siamo molto maniacali in questo. Tendiamo sempre a fare in modo che un pezzo “suoni” più internazionale possibile, che non tenda alle sonorità di casa nostra.
I nostri punti di riferimento sono molti. Abbiamo una visione musicale a 360° ed ascoltiamo qualsiasi cosa. Per citare comunque qualche nome: Bowie, Pink Floyd, Depeche Mode, Massive attack, The Cure, New Order, Muse, Interpol e tantissimi altri. Naturalmente poi ognuno di noi ha i propri ascolti e gusti musicali.
Cosa non ti piace del metal in Italia e cosa cambieresti ?
Andrea Viti: Il metal in Italia soffre di limitazioni ataviche. Non dal punto di vista della proposta musicale, che ritengo molto variegata e di ottima qualità in tutte le frange del metal… quanto piuttosto della promozione e commercializzazione, in cui (secondo la mia opinione) la fa da padrone in maniera schiacciante il power metal o affini. Ho sentore che con il passare del tempo questa limitazione stia pian piano stemperandosi, ma mi sembra che la strada sia ancora molto lunga e tante band di valore che fanno tipi di metal diversi siano inevitabilmente sacrificate e lasciate ai margini quando meriterebbero ben altri palcoscenici.
Miglior gruppo italiano e più sopravvalutato gruppo italiano ?
Andrea Viti: Beh qui vorrei dire che, in entrambi i casi, mi viene uno stesso nome, ma in due fasi diverse: i Lacuna Coil.
Li conosco fin da quando erano ragazzini, ed i primi dischi secondo me erano eccezionali, mi piaceva moltissimo il genere e forse erano il miglior gruppo italiano per me. Poi, purtroppo, la loro evoluzione musicale ha seguito una curva (discendente secondo me) che li ha portati a maturare molto dal punto di vista commerciale ma a fare un’involuzione dal punto di vista musicale e dei contenuti. Ad oggi sono strafamosissimi, hanno sfondato anche in America ma… dopo Comalies, l’ultimo disco che in un certo senso sono riuscito ad ascoltare, c’è stata molta attenzione al mercato discografico e sicuramente poca alla sostanza. Secondo la mia opinione: talentuosi e promettenti in passato, imbavagliati e sopravvalutati oggi.
Spero che, una volta consolidato il grande successo di oggi, tornino ad essere più genuini e meno costruiti.
Giorgio Ferrini: Al momento non c’è un miglior gruppo italiano. In ogni caso ultimamente sto apprezzando molto i Tiromancino. Sono una grande realtà della musica in Italia. Purtroppo il miglior gruppo italiano si è sciolto nel 1999. I Litfiba. I Litfiba del decennio 1987-1997 hanno dato molto cambiando totalmente una corrente musicale nel nostro paese. Il gruppo più sopravvalutato direi Baustelle.
Andrea Marchetti: Anche per me attualmente non esiste una band italiana per la quale mi strapperei i capelli, diciamoci la verità. Ultimamente tendo ad ascoltare roba inglese o giù di lì. Per tornare in tema potrei citare, come miglior band italiana, Elio e le Storie Tese per l’originalità piuttosto che i diligenti Tiromancino per la concretezza dei loro progetti. Posso dirti che attualmente sto ascoltando molto i Porcupine Tree. Dimenticavo, Litfiba anni d’oro hanno lasciato un bel segno in Italia. Idem per i Baustelle.
Cosa ti ha dato la musica e cosa vorresti darle tu ?
Andrea Viti: Personalmente ritengo che l’arte sia uno strumento con il quale riuciamo ad esprimere la parte vera di noi stessi, aldilà dei clichè, dei comportamenti e delle opinioni condivise che, inevitabilmente, la vita ci impone. Penso quindi, molto semplicemente, che la musica mi abbia dato la possibilità di esprimere la parte vera di me, di essere conosciuto e compreso davvero da chi è in grado di capire.
Da parte mia, penso che l’unica cosa che potrei dare alla musica è, come ho fatto in tutti questi anni, tutto il mio impegno e la mia convinzione in lei ed in quello che suono: siamo in primo luogo noi che con tutto questo la rendiamo un grande amplificatore di emozioni e di idee, e facciamo in modo che assuma l’importanza che ha oggi.
Giorgio Ferrini: La musica mi ha dato e continua a darmi tantissime gioie,momenti felici, serenità e lo stare bene. Ma allo stesso tempo anche momenti tristi. Il momento più triste è stato quando 2 membri storici della band hanno deciso di abbandonare gli Zerovolume.
Alla musica vorrei dare più coraggio.
Andrea Marchetti: La musica è come benzina per me. E’ una fonte emozionale, hai presente quando vedi qualcosa oppure fai qualcosa di eccitante ed avverti quel favoloso “ronzio” allo stomaco? Diciamo che è gran parte del mio essere. Che cosa vorrei darle? Più che altro vorrei che mi si presentasse di fronte, a quel punto credo che la mia espressione potrebbe già essere più che sufficiente per descrivere il mio stato d’animo. Beh… sicuramente le darei anche il nostro cd dicendole “hey senti qua che meraviglia che sei!” Dai un po’ di pubblicità concedetemela.